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venerdì 29 gennaio 2010



E così anche qui non si sentirà più il canto del vento fra le fronde e il profumo del Timo che ancora spunta ai margini della strada.

19 commenti:

  1. C’ero anche io quel freddo pomeriggio. Quasi non mi riconosco nascosta nel cappuccio. Ricordo che presi in giro le tre ragazze che erano con noi, per le quali la storia non è precisamente la materia scolastica preferita (eh eh eh... perdonatemi, ragazze!):
    - Vedete, ragazze….? Dite che studiare la storia non serve a niente…. che ormai son fatti e persone morti e sepolti! e, ora, in questo momento, state “camminando nella storia”…..
    Per una volta erano d’accordo con me…..
    L’altro giorno in biblioteca ho trovato delle fotocopie, lasciate lì da qualcuno. Era un testo di Beatrice Monroy (chissà chi è, sicuramente una siciliana!), intitolato I luoghi dell’anima: per un viaggio all’inizio del terzo millennio.
    Ne riporto dei passi, che mi sembrano pertinenti a quella passeggiata e allo scopo di questo blog.
    “ Ci ho messo molti anni per scoprire che quel luogo è un luogo dell’anima. Vorrei chiamare luoghi dell’anima i luoghi persi nel tempo. L’isola che non c’è è il luogo dell’anima. E’ qualcosa di profondamente diverso dalle nostalgie, è qualcosa di radicato e sepolto che, per fortuna, prende la forma di un palazzo, di una chiesa, di un brandello antico che ci ricorda un poco la nostra strana, misteriosa e sconvolgente identità di popolo meticcio”.
    “Percorriamo quewsti spazi come dei turisti (IO direi come se fosse normale attraversarli , ci sono sempre stati…l’abitudine….) e non ci rendiamo conto che stiamo percorrendo la storia del nostro corpo”.
    “… tutto questo patrimonio… in qualche modo passa attraverso il mio corpo, attraverso la mia unicità di donna del Mediterraneo”.
    Maria Rosaria Cappello

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  2. "L'essenziale è non perdersi, non perdere ciò che di noi stessi dorme nel mondo" (Albert Camus)

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  3. "La memoria è la madre del nostro vivere quotidiano" a maggior ragione lo è la memoria paesaggistica che si offre a noi in silenzio, con rispetto, accompagnando ogni nostro passo senza mai interrompere i nostri pensieri, anzi, aiutandoci ad essere NOI dell'oggi, di ieri e di domani.Non si può far finta di niente quando la mano devastante dell'uomo annulla i segni tangibili e visibili del passato!Salvare dallo scempio dell'asfalto via Velardi vuol dire avere rispetto delle impronte dei neolitici e dei messapi, loro primi viandanti lungo un percorso che profuma di timo e parla delle nostre radici. Il nostro è un URLO, espressionisticamente inteso, di DOLORE! Adriana

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  4. I profumi della nostra terra, quei profumi naturali che stordiscono la mente e l'anima, spesso si annidano in luoghi impensabili, tra muretti a secco, ai cigli di una strada antica calpestabile da piedi umani, ruote, zampe, ma ci si augura non da roboanti motori ed inquinanti marmitte. Ma si sa:avere un comodo accesso all'abitazione ex-rurale ora villa estiva fa comodo a tutti e....nessun rispetto per l'antichità del percorso, per l'unicità del suo essere, per lo stato di conservazione che, ahi noi persiste nonostante tutto, ed eccoci a spalmarla di asfalto che chiude le buche, ad estirpare le innumerevoli piantine di timo che, spontaneamente e a dispetto di tutto e di tutti, continuano a crescere. La spunteranno gli ambientalisti o gli insensibili fustigatori di una natura che altro non chiede che...emanare ancora i suoi profumi???

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  5. Sono d'accordo con ANONIMO...La storia può essere noiosa anche perchè riguarda persone, fatti di tanto tempo fa...ma studiandola fa rinascere quell'emozione che le persone morte hanno sentito.LORO SONO LA STORIA e noi ragazzi siamo il futuro.... Mi è sempre piaciuto la storia (anche se la storia del primo anno non mi piace....troppo noiosa, preferisco guerre, battaglie , rivoluzioni)l'ho sempre amata e l'amerà...anche la geografia eh....anche se al commerciale non ce proprio quella materia..Peccato.

    CRISTINA DE PAOLIS I D

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  6. M'immagino tra qualche settimana....quando la primavera con le sue dita verdi e rosa avrà dipinto tutto il parco e panderà dovunque una brezza fragrante, una luce tenerissima...... e io camminerò in quel luogo sotto il cielo turchese ascoltando musica sul mio mp3 o il sussurro del vento.
    Istanti di paradiso, anche qui sulla terra.
    Maria C.

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  7. Fantastico...

    Cristina de paolis ID

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  8. Io l'ho percorsa molte volte in bici, la trovo sicuramente suggestiva per questo suo aspetto selvaggio e mi rattristerebbe vederlo irrimediabilmente mutato. Il desiderio e la speranza che la vostra impari lotta abbia successo sgorgano con sincerità in chi è lontano dalla propria terra e sarebbe felice di vederla assurgere ad esempio. Andate avanti così, la Moira conceda ai Giusti il coraggio per portare avanti le loro proposte.

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  9. peccato che sono di un altro paese senò mi farei le passeggiate in bici ogni giorno



    Riccardo Rizzo I°D

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  10. ... un paesaggio che possiede la bellezza e la suggestione delle zone antiche: sembra che il tempo si sia dimenticato di quell'angolo, se non fosse per quel brutto pezzo d'asfalto.

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  11. VengO con te riccardO...AhHHAahah

    Cristina de paolis I D

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  12. concordo con riccardo sarebbe bello passaggiare in bicicletta x il parco sopratutto se fosse primavera,sarebbe una cosa immensamente stupenda...

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  13. Una via... un paesaggio antico e senza tempo ( se si chiudono gli occhi davanti a quella striscia d'asfalto....).
    Sarà commesso lo scempio nel generale disinteresse tutto meridionale'
    Carmela De Matteis

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  14. Piero da Lecce14/03/10, 17:32

    Al di là di qualsiasi egoistico e personale interesse la natura, in tutti i suoi angoli, deve essere rispettata ed amata, a maggior ragione se quella natura si assomma a dati, addirittura, preistorici. Mi sentirò ferito se quellavia dovesse essere deturpata e privata della sua attuale bellezza!!!!!!!
    Piero da Lecce

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  15. Scommetto che un bene simile all'estero verrebbe valorizzato e salvaguardato... pensate a Stonehenge!
    Luigi

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  16. Salvatore da Avetrana17/03/10, 22:27

    Che bravo che sei Luigi,
    pensa che la strada Velardi univa un villaggio Neolitico, quello di Riesci, anche quello in pericolo, circondato com'è, attualmente, da costruzioni private ed impianti sportivi senza alcun rispetto per il valore storico della zona, e il villaggio messapico di Cavallino. E noi? La distruggiamo, invece di salvaguardarla, sarà perchè siamo i soliti meridionali?
    Salvatore da Avetrana

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  17. Fino a quando vedremo ancora quel bel verde? Non oso pensare alla sua sostituzione con un colore insulso, indefinito e freddo come può essere il grigio dell'asfalto stradale, segno di uniformità e simbolo di morte per tutto ciò che è naturale, vivo e spontaneo.
    Davide

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  18. Voi preparate un blog, ma nessuno vi ascolta! I lavori di asfalto stanno continuando senza nessun rispetto per niente e per nessuno!
    Luigi

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